Il corpo del Crocifisso, contrariamente alla leggenda popolare che lo vorrebbe solo sfaccettato e rozzo, è scolpito nei minimi particolari. Soltanto la parte posteriore del corpo non è lavorata.
La testa, poiché non è dello stesso scultore, è priva di capelli e realizzata rozzamente; infatti, si notano, ancora oggi, i tagli fatti con la scure. La parte anteriore è stata eseguita con un coltello tagliente ed è più precisa. L’orecchio destro è imperfetto, mentre quello sinistro è coperto da strisce di cuoio sottili, unite da uno speciale adesivo che lega la testa al corpo. Gli occhi sono chiusi in quanto la scultura vuole rappresentare il cosiddetto “Cristo Patiens”, ossia morto sulla croce, mentre il “Cristo Triumphas”, cioè trionfante sulla morte nella resurrezione, viene rappresentato con gli occhi aperti. Il volto esprime non solo la sofferenza, ma anche la vita che di lì a poco verrà e ciò con drammatica naturalezza. Il corpo presenta i muscoli rilassati, le gambe incrociate e le mani trafitte da grandi chiodi. Gli arti inferiori sono perfetti, anche se le dita sono rovinate dai tarli. I piedi sono sovrapposti, il destro sul sinistro ed un chiodo buca entrambi. Sulle gambe si notano i rilievi delle vene. L’ombellico si evidenzia molto bene, i visceri sono abbastanza evidenti, proprio come il corpo di un uomo morto. Il Cristo è rivestito, in legno, solo dal perizoma, per coprire i fianchi e i genitali, come era avvolto Gesù, con la fascia bianca alla vita, che indossava al momento della crocifissione. Circa dieci centimetri al di sopra dell’ombellico, il corpo è coperto da una lamina di rame, che assume la forma dell’intero petto e giunge fin sotto il collo, dove fu messa la testa. La corazza di rame continua sulle braccia e ricopre, completamente, anche le mani, seguendo la forma degli arti superiori.
Questo lavoro di rivestimento in rame è stato eseguito, anticamente, per meglio conservare la parte superiore del Crocifisso, dalla rovina del tempo. Tutta la scultura presenta molti attacchi di insetti perforatori del legno. La croce, a cui è attaccato il corpo ligneo di Gesù, è più recente. Sono ben visibili i segni lasciati dalle “forche” di ferro ogni volta che è stato portato in processione.
Le forche sono dei pali, di cui due più lunghi, con forche larghe e lunghe, due più corti con forche strette. Queste ultime due servono a sostenere la croce in senso verticale.
L’artista, che ha eseguito quest’opera, doveva essere molto bravo a lavorare il legno perché, ancora oggi, possiamo ammirarla e restare incantati per tale perfezione, ad eccezione della testa che si ribadisce è di un altro autore.
Proudly powered by WordPress | Theme: Appointment Red by Webriti