Storia

 

Ad occidente del Castello Gerione sorgeva, secondo il Rivelli, nel 1277, un cenobio dei padri domenicani, presso la chiesa di Santa Maria, già di S. Paolo, nel quartiere Pagliara, all’estremo dell’abitato, verso Nord, sul versante sinistro del fiume Atri, di fronte all’erto e verdeggiante san Eramo. Prima del 1228, dove attualmente vi è la Chiesa di S. Bartolomeo, v’era una chiesetta-cimitero dedicata a Santa Maria, a forma ovale, che era adibita, principalmente, a luogo di sepoltura dei nobili personaggi campagnesi, così come risulta da vari storiografi locali e dai sepolcri eretti ad uomini illustri, celebri nelle arti e nelle scienze. Su un opuscolo del can. Carmine Giordano, parroco di san Bartolomeo, si legge: “Dalle patrie memorie risulta che ampliato il gruppo di diporto, detto Pianello, i nostri antenati ne formarono un esteso casale con le Chiese parrocchiali di San Matteo, di San Tommaso, di San Cataldo e di San Bartolomeo, e fin d’allora al piccolo Cenobio e Chiesa, che ivi all’estremo dell’abitato esistevano, si pensava sostituire un fabbricato sontuoso, che di gran lunga fosse superiore all’antico Cenobio ed alla vetusta Chiesa”. 

Su questa fu costruita, con l’autorizzazione e l’aiuto economico del feudatario dell’epoca, la chiesa di San Bartolomeo, situata in una zona comoda, rispetto alle altre chiesette, e di passaggio obbligato per gli abitanti dei casali vicini al castello, fornita di un grande e fertile appezzamento di terreno.Con il passare dei decenni, questa chiesa incomincia a perdere l’antica importanza, perchè i sacerdoti non la frequentano più, avendo a disposizione chiese più comode e più vicine alle loro famiglie, e perché la zona non era più frequentata dai conti di Campagna. Infatti, i coniugi Del Balzo-D’Apia abbandonano lo scomodo castello del Gerione e fanno costruire, di fronte alla chiesa madre di S. Maria della Giudeca, sulla sinistra del Tenza, uno splendido palazzo, con cappella dedicata a S. Maria Annunziata ed ampio piazzale dal lato sud, destinato a mercato.

  • Nel 1400, questa chiesa è rimasta con un solo sacerdote e, per questo motivo, i Domenicani la chiedono ripetutamente in uso, per potervi costruire accanto un grande cenobio ed essere più vicino alla popolazione, che, nel frattempo, si era allontanata dagli antichi casali e dal Castello.
  • Nel 1437, il conte Francesco Orsini, sotto il cui dominio si combatte una guerra contro Eboli, conclusa nel 1457 con la vittoria dei campagnesi, erige il contado di Campagna e, perciò, i Domenicani si rivolgono a lui, per perorare, presso il Papa Eugenio IV, la richiesta per ottenere la Chiesa di S. Bartolomeo e costruire un imponente convento sul vecchio, e mai ultimato, cenobio. 
  • Solamente nel 1449, si ha la bolla di erezione del convento, da parte del papa Niccolò V; s’inizia, così, subito l’opera, facendo demolire gli antichi fabbricati, per far sorgere l’attuale Chiesa, a croce latina, e l’imponente e maestoso Monastero, ed affidando la direzione dei lavori a Pietro Viviani e a Giacomo De Chiara.
    Su questa fu costruita, con l’autorizzazione e l’aiuto economico del feudatario dell’epoca, la chiesa di San Bartolomeo, situata in una zona comoda, rispetto alle altre chiesette, e di passaggio obbligato per gli abitanti dei casali vicini al castello, fornita di un grande e fertile appezzamento di terreno.

  • Nel 1712 i PP. Domenicani restaurarono la Chiesa ed abbellirono il soffitto ligneo, interamente decorato con oro zecchino, intarsiato ed intagliato ad ampie volute floreali e stemma con la scritta: “ANNO REPARATAE SALUTIS MDCCXIII”.